Intervista a Sam Stoner

Sam Stoner
Intervista a Sam Stoner scrittore e autore dell’antologia comica “Un pacco inatteso” edito da Kubera Edizioni e in uscito in ottobre 2017.

1 –  Come nasce l’idea di quest’opera?
Io scrivo solitamente noir sia romanzi che racconti tuttavia amo la lettura brillante e qualche volta ho provato a scrivere con il solo fine di divertirmi e divertire. Ho deciso così di riunire le mie composizioni brillanti visto che non sono molte.

2 – Il titolo della tua opera “Un pacco inatteso” è particolare, ce ne vuoi parlare?
Il titolo dell’opera deriva dal titolo di uno dei racconti presenti che è arrivato spontaneamente, lo capirete leggendo. Comunque è un titolo che ben si addice a ogni racconto, perché dietro a ogni rapporto d’amore c’è un “pacco”, una fregatura. Sta a noi riderne e andare avanti oppure farne un dramma. Personalmente preferisco farmi sempre una risata.

3 – Ci racconti un aneddoto legato alla scrittura di questo romanzo?
Due dei racconti solo legati a delle persone. Una ragazza di cui ero invaghito ma che non ha voluto saperne di me e mi sono “vendicato” scrivendo il racconto, comunque goliardico. E una scrittrice di talento che ha ispirato molte mie opere compreso il primo racconto dell’antologia nel quale i protagonisti siamo proprio noi due, un omaggio ben riuscito. Devo dire, infatti, che la storia è molto divertente. Ci tengo a precisare che non stiamo insieme, si tratta solo di libertà artistiche.

4 – Non è che a causa dei “pacchi” ti tieni a distanza dall’altro sesso?
Sono libero, disponibile e fedele. Accetto proposte. A parte le battute, adoro la donna. I pacchi ci sono ma è la vita. Bisogna ricordare che insieme alle eventuali fregature c’è anche l’emozione dell’amore alla quale non si può rinunciare. L’importante è affrontare tutto con il sorriso e godersi il meglio se poi arriva il “pacco” si può sempre cambiare direzione.

5 – Come mai hai pubblicato con questa casa editrice?
È semplice, perché la maggior parte delle case editrici ti rifilano dei “pacchi” micidiali. Qui ho avuto completa libertà e il controllo su ogni fase dalla produzione dalla vendita alla promozione. Si può parlare, ti ascoltano, si cresce insieme.

6 – Nell’arco della giornata qual è il momento che dedichi alla scrittura?
Una volta mi alzavo all’alba e scrivevo mentre sorgeva il sole. Oggi quando capita. L’importante è scrivere ogni giorno per mantenere il contatto con la propria arte, qualunque essa sia, come ci ricorda Balzac nel suo immenso capolavoro “La cugina Bette”.

7 – Quali sono le tue fonti di ispirazione?
Mi ispirano i romanzi e i racconti, il cinema, le opere teatrali e la vita.

8 – Preferisci il libro tradizionale cartaceo o quello digitale
Credo che non si possa prescindere dal libro elettronico, trovo svilente cercare un libro su Amazon e leggere “non disponibile”. Il libro elettronico è un titolo eternamente disponibile e che si può leggere anche sul cellulare, non servono dispositivi particolari. Ma la maggior parte degli autori ancora non lo ha capito, stessa cosa vale per gli editori.

9 – Autori che ritiene fondamentali nella tua formazione?
Troppi. Ma per dare un’idea dirò qualche nome. I grandi dell’Ottocento, i poeti della Beat Generation, i maledetti del Novecento come Woolrich, Thompson e Fante  e tra i contemporanei Philip Roth, James Ellroy, Tom Robbins, Paul Beatty, Stephen King.

10 – In questo tuo ultimo lavoro ha descritto molti piatti umbri. Come mai?
Le mie origini sono anche umbre e quindi sono stato educato fin da piccolo ad apprezzare la cucina di questa regione. Ci sono piatti sensazionali che non possono essere dimenticati. Purtroppo si tramandano nelle famiglie ma è complicato trovare ricette in libri di cucina. Nel mio piccolo cerco di cucinarli, non è semplice ma la soddisfazione di un solo boccone vale la preparazione di un’intera giornata.

11 – Stai seguendo qualche progetto per il futuro?
Molti progetti. Sono pronti per l’uscita una raccolta di racconti noir, un breve romanzo criminale, la riedizione corretta di un romanzo thriller esoterico e un romanzo a cui tengo molto, un noir psicologico piuttosto complesso e dallo stile azzardato. Amo azzardare nei contenuti e nello stile anche perché mi diverte farlo. Ovviamente in ogni opera c’è ironia e sarcasmo, amo fare battute anche davanti un cadavere. Non credo ci sia nulla che debba essere preso sul serio.

 

2 pensieri su “Intervista a Sam Stoner

  1. Mi piace lo stile di Sam Stoner e il suo sarcasmo intelligente. Dice che farebbe battute anche davanti a un cadavere.. Be’, anch’io! Come può non piacermi?

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