Intervista Antonella Spinosa autrice della silloge Io, te e la mia fantasia edita da Kubera Edizioni.
L’autrice Antonella Spinosa ci regala una un’avvolgente spirale di versi che segna un originale percorso poetico. Tema portante fella silloge è l’amore declinato in ogni sua sfumatura: quello per un figlio o un’amicizia, ma è la passione per l’amore mancato o ricordato, non vissuto appieno o solo sfiorato, che domina le pagine di “Io, te e la mia fantasia“. Un microcosmo intenso che l’autrice disegna con abile padronanza mettendo a nudo cuore e anima e nel quale la presenza dell’amore diventa irrinunciabile.
1 – Dopo il romanzo “Se tu esisti, io esisto” segue la pubblicazione della raccolta poetica “Io, te e la mia fantasia”. Quale la differenza tra i due tipi di scrittura?
Nel primo romanzo racconto in terza persona le vicende di Lavinia e dei personaggi che fanno da cornice alla sua storia mentre nel secondo libro, che è una silloge poetica, racconto in prima persona. Entrambi i libri sono scritti in modo fluido e diretto. Hanno una struttura semplice e coincisa. Entrambi i libri hanno come tema predominante l’amore in tutte le sue sfumature.
2 – Come nasce l’idea di quest’opera?
Nasce dall’esigenza di trasmettere la passione che padroneggia la mia anima, è un urlo ai sentimenti, all’amore, all’amicizia. Le poesie di “Io te è la mia fantasia” sono storie vissute e/o ispirate da fatti di persone a me care.
3 – Chi è stata la prima persona che ha letto il tuo libro e nel caso quali sono state le reazioni?
A leggere le mie poesie sono state le mie amiche, che hanno saputo e sanno sempre consigliarmi. Quando hanno letto il libro hanno provato una sorta di concordanza tra commozione, felicità e soprattutto orgoglio perché hanno visto un mio sogno materializzarsi.
4- Quanto hai impiegato a realizzare questa silloge?
Circa tre/ quattro mesi
5 – Cosa si prova a vedere il proprio lavoro diventare un libro?
Felicità, credo sia il temine più adatto. Immagino sempre di avere un baule in una soffitta (la mia anima) dove custodisco i miei sogni più preziosi. In un certo senso è come se dal baule si fosse concretizzato uno dei miei sogni.
6 – C’è qualcuno che si è rilevato fondamentale per la stesura della tua opera?
Più di qualcuno. Sicuramente è stato fondamentale il mio editore, le mie amiche e tutti quelli che hanno ispirato i miei versi.
7 – Nell’arco della giornata qual è il momento che dedichi alla scrittura?
Fino a poco tempo fa il momento in cui riuscivo più a concentrarmi e ad immedesimarmi nelle storie che racconto era la tarda serata. Da qualche mese riesco a concentrarmi nel tardo pomeriggio.
8 – Preferisci il libro cartaceo o quello elettronico?
Sicuramente quello cartaceo. Adoro il profumo della stampa, mi piace tenerli sulle mensole della libreria. Ogni volta che li guardo mi ricordano un viaggio, un personaggio che mi ha fatto innamorare, una storia che mi ha commossa o mi ha divertita. Quando un giorno non avrò più spazio penserò di usufruire del libro elettronico.
9 – Stai seguendo qualche progetto per il futuro?
Ho appena finito di scrivere il romanzo “Voglia di volare. Racconti di donne” che narra la storia di sei amiche con personalità, caratteri ed esperienze diverse. Si raccontano, si consigliano e si aiutano a vicenda con le varie difficoltà lavorative e amorose. Non mancano colpi di scena. È un cocktail di suspense, momenti drammatici, di gioia, di ironia, fantasia e sogni da realizzare. Il mio intento è quello di trasmettere, attraverso il racconto, il valore della vera amicizia e il valore dell’amore. Sto già pensando al seguito di questo romanzo ma è un progetto che realizzerò tra qualche anno. Per la fine del 2020 vorrei che si materializzasse un’altra silloge poetica che ho già scritto ma che devo sottoporre al mio editore. Nel frattempo in collaborazione con il regista teatrale Vincenzo Dottorini e due mie amiche, Anna e Barbara, stiamo pianificando la rappresentazione teatrale della silloge “Io te e la a fantasia” e già stiamo pensando alla realizzazione teatrale del nuovo romanzo “Voglia di volare. Racconti di donne”.