Intervista a Riccardo Granata autore del romanzo La sera della festa edito con Kubera Edizioni. Un romanzo che attraverso le vicende del protagonista permette di scoprire uno degli scenari naturali italiani più affascinanti, le isole Eolie.
1 – Come nasce l’idea di quest’opera?
Per vincere la noia nel periodo del primo lockdown, sono andato a rivedere vecchie foto, e tra queste ho ritrovato quelle delle tante estati passate alle Eolie. Rivedendo quei paesaggi e quei volti uscire dalle nebbie del passato è nata la voglia di unire in un unico racconto parte di quelle storie e di quei volti.
2 – Quali sono i temi per te fondamentali che desideri possano essere colti dal lettore?
Far cogliere a chi legge che c’è ancora la possibilità, in alcuni luoghi, di vivere intrattenendo con il prossimo rapporti umani improntati alla semplicità, alla chiarezza ed alla sincerità; caratteristiche che nella nostra civiltà urbana sono per la gran parte andati persi.
3 – C’è qualcuno che ha letto la tua opera prima dell’invio per la pubblicazione, e nel caso quali sono state le reazioni?
Hanno seguito passo dopo passo la genesi de “La sera della festa” mia moglie ed una mia cara amica, entrambe citate nella storia. Inizialmente all’oscuro di questa mia voglia di raccontare, una volta informate si sono appassionate e, l’una si è prodigata in consigli e correzioni, mentre l’altra ha assunto il ruolo di “critico letterario” verificando la scorrevolezza del racconto.
4 – Ci racconta un aneddoto legato alla scrittura di “La sera della festa”?
Nel corso della rilettura de “La sera della festa” una mia cara amica, anche lei protagonista delle estati eoliane, si è bonariamente risentita quando ha saputo che il suo nome non sarebbe stato citato nel corso del racconto. Tuttavia una volta uscito in commercio il libro ha ordinato un notevole numero di copie per farne omaggio alle persone a lei care.
5 – C’è qualcuno che si è rivelato fondamentale per la stesura della tua opera?
Fondamentale per la genesi, per lo sviluppo e per il perfezionamento de “La sera della festa” è stata mia moglie Anna. In primo luogo perché dopo venticinque anni di assenza mi ha spinto, sentendo i racconti ed i ricordi di noi amici reduci da quelle estati del anni 80/90, a tornare a Salina, che non conosceva. Poi perché nel corso della stesura si è rivelata fondamentale con suggerimenti e correzione.
6 – Quanto hai impiegato a scrivere il romanzo?
Meno di un mese, perché quando ho cominciato a scrivere avevo già tutto il racconto in mente. È bastato solo riportare il ricordo in forma comprensibile a tutti.
7 – Nell’arco della giornata qual è il momento che dedichi alla scrittura?
Amo scrivere dal primo pomeriggio fino all’ora di cena.
8 – Qual è il tuo rapporto con il libro elettronico ebook visto che il suo libro è in commercio anche in questo formato?
Personalmente sono un accanito lettore e leggo, di media, un paio di libri a settimana. Devo confessare che, ad oggi, apprezzo molto di più il formato cartaceo.
9 – Stai seguendo qualche progetto per il futuro?
Ho già impostato, e sono a buon punto, un nuovo progetto. L’ambientazione è la stessa de “La sera della festa”, mentre il racconto è molto meno personale e più basato sugli eventi che hanno caratterizzato gli anni della formazione della mia generazione.