Kubera intervista Vincenzo Panella autore del romanzo poliziesco “Le cicale di Cala d’Arconte”.
Vincenzo Panella asce nel 1950 alla frazione Pagliara del Comune di S. Nicola Manfredi in provincia di Benevento. All’età di 6 anni si trasferisce con la famiglia a Napoli dove rimane fino al 1994; ha conseguito il diploma di Geometra che lo indirizza verso il mondo del lavoro, ma “l’italiano” resta la sua passione ed è così che inizia a trattare con la penna riversando sui fogli i suoi pensieri… Continua a leggere
Le cicale di Cala d’Arconte
Autore: Vincenzo Panella
Collana: Narrazioni
Genere: Poliziesco
Pag. 152
Uscita: 2021
Prezzo cartaceo: euro 13,00
Prezzo ebook: euro 3,99
ISBN 9788832051902
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1 – Il titolo del romanzo, “Le Cicale di Cala D’Arconte” è particolarmente suggestivo, perché questa scelta? Tutto nasce da una vacanza a Marina di Camerota, nel villaggio “Cala D’Arconte”, quello descritto nelle pagine del romanzo. Ero in vacanza con la famiglia e con… il nipotino Alessandro, quello della “t’pata” e mi godevo il meritato riposo. Ma il frinire delle cicale ed i personaggi del villaggio, tra ospiti, titolari e lavoranti, hanno stimolato la mia immaginazione tanto da inventarmi la storia che ho trascritto. Ovviamente i nomi dei protagonisti sono inventati come pure alcune località richiamate; resta reale il nome del Villaggio ed il nome della titolare, quella Carolina alla quale è stata chiesta l’autorizzazione a poter usarne i nomi.
2 – Il protagonista del romanzo, il commissario Cuccurullo, è stato attentamente descritto, emerge con forza dalle pagine del romanzo. Te ne sei accorto alla fine della stesura oppure è il risultato di una precisa decisione iniziale ? Assolutamente no! Il romanzo nasce da una idea non abbozzata e poi riassunta o con spezzoni di appunti messi poi insieme. Ho iniziato a scrivere e le parole scorrevano secondo ciò che in quel momento immaginavo, dall’inizio alla fine. È stato scritto in diversi momenti solo seguendo ciò che avevo scritto prima. Così anche per la descrizione del Commissario, come quella dei vari personaggi che rispecchiano una realtà immaginata.
3 – Quanto hai impiegato a scrivere il romanzo ? Se metto insieme le ore in cui mi mettevo a computer per scrivere, penso non più di qualche giorno, ma visto che scrivevo quando ne avevo la disponibilità, diciamo che ho impiegato qualche mese.
4 – C’è stato qualcuno che lo ha letto per primo e nel caso quali le sue reazioni ? Come si legge nelle pagine finali, nella parte in cui ringrazio chi ha consentito, per un motivo o per l’altro, alla pubblicazione di questo romanzo, cito anche l’amica Professoressa Fiore Maria che ne è stata la prima lettrice, una sorta di Editor, che ha corretto probabili errori e/o strafalcioni, ed è stata lei, come attenta lettrice che ha dato il primo positivo parere a questo mio scritto.
5 – L’utilizzo del dialetto non è una scelta scontata né semplice da realizzare. Ti ha portato via molto tempo oppure è venuta spontaneamente ? Ho vissuto a Napoli per quaranta anni e mi sento “napoletano” nel cuore e nel sangue. Il dialetto napoletano fa parte di me, scrivo correttamente e scorrevolmente in questa “lingua” riconosciuta come patrimonio Unesco e tra poesie, commedie ed altri racconti, anche le altre storie del commissario Cuccurullo hanno una parte importante di discorsi in “napoletano” essendo egli e la sua compagna di sangue “Napoletano”.
6 – Quanto tempo dedichi alla scrittura durante la giornata, considerando l’importante numero di opere già scritte, in pubblicazione e in scrittura ? Non ho un orario fisso da dedicare alla scrittura. In genere quando sento che qualcosa frulla nella mia testa ne faccio un appunto, giusto per ricordarmi l’impostazione, poi quando posso mi metto a computer e scrivo. Oppure se ho già iniziato qualcosa, rileggo qualche rigo giusto per ricordarmi la storia e parto con la scrittura, immaginando le scene ed i discorsi e la tastiera sembra che abbia vita propria. Tutto mi scorre facile, semplice, come se facessi parte di quella storia e ne conoscessi già le sequenze ed i discorsi.
7 – Quali progetti futuri ? Anche se qualcosa sappiamo… Oramai non faccio più progetti, anzi se avessi supporter o sponsor o un editore che credesse nelle mie favole allora mi potrei pure permettere di fare progetti. Ma adesso viaggio alla giornata. Ho scritto tante di quelle cose che meritano solo di essere pubblicate, ma sono un pensionato e non posso permettermi grosse spese. Perciò ringrazio la Kubera Edizioni nella persona di Simone Stirati se sta avendo fiducia in me e crede in ciò che stiamo facendo.